Atteso dai fan di Stephen King quasi quanto l’imminente remake di IT, l’adattamento cinematografico dei romanzi della serie La Torre Nera è una delusione sotto ogni punto di vista.
Il 2017 avrebbe potuto essere un anno d’oro per i fans di Stephen King: con l’ormai imminente arrivo di IT e la serie tv Mr. Mercedes ai blocchi di partenza, l’attesa era tutta per la versione cinematografica de La Torre Nera. Poderosa opera in otto volumi e un prequel a fumetti, The Dark Tower è la versione “à la King” de Il Signore degli Anelli: un fantasy ibrido, che mischia western post-atomico e horror, nel quale una raffazzonata “Compagnia della Torre” guidata dal pistolero Roland si avvia alla ricerca della famigerata Torre Nera, punto di incontro di tutte le realtà. Ricerca ovviamente ostacolata da mille insidie e, soprattutto, dal temibile Uomo in Nero.
Fin qui i libri…
Nonostante il materiale di partenza desse la possibilità di attingere a un patrimonio immaginifico quasi spropositato, la pellicola di Nikolaj Arcel sceglie una via che riesce nel non facile compito di scontentare sia i fans di King, sia gli spettatori che delle origini “cartacee” dell’operazione sanno poco o nulla. Ora, è risaputo che il voler fare le pulci a un film di derivazione letteraria sia un gioco abbastanza sterile (il cliché “…ma il libro era meglio” è sempre in agguato, appena dietro a “non ci sono più le mezze stagioni”), ma La Torre Nera riesce ad andare oltre l’infedeltà ai romanzi e mette in scena una trasposizione che, da qualsiasi parte si tenti di guardarla, risulta malriuscita. A poco serve incentrare la striminzita trama sul rito di passaggio/formazione del piccolo Jake (Tom Taylor): l’espediente abbassa ancor di più il target di una pellicola che si sarebbe voluta più “adulta”.
Inganno e tradimento
Se da sempre il fattore vincente per ottenere un buon adattamento dai romanzi di Stephen King è stato quello di staccarsi dalla visione dell’autore per darne una propria versione rielaborata (serve citare Stanley Kubrick e The Shining?), nel nostro caso La Torre Nera diventa l’eccezione che conferma la regola.
Nei suoi 95 minuti (la durata, visto il risultato, è l’unico pregio della pellicola), il film di Arcel imbastisce per i due protagonisti principali - Idris Elba e un Matthew McConaughey clone nerovestito di Raul Cremona - una sequela raffazzonata di situazioni dal tratto confuso e fracassone. Un mezzo baraccone dal sapore anni’80 per (involontaria) ingenuità e superficialità in cui l’attenzione viene messa più di una volta a dura prova da incalzanti sbadigli. E pensare che King ha pure benedetto l’operazione…
Perché vederlo
…già…perché vederlo?
Perché non vederlo
Con una programmazione contemporanea di ben altro - e alto – livello (Spider-man, Il Pianeta Delle Scimmie e Atomic Blonde solo per rimanere fra i blockbuster), La Torre Nera è una pellicola che nasce già vecchia e sorpassata. Ovunque c’è di meglio.